INTERVENTO DI Fotis Kouvelis, LEADER DELLA SINISTRA DEMOCRATICA
POCO FA IN PARLAMENTO DOVE E' IN CORSO UNA SEDUTA FIUME: "... E NOI PERCHE' DOVREMMO ACCETTARE GLI ORDINI DI UNA EUROPA CHE E' DIVENTATA SOLO UNA PADRONA FASCISTA? L'EUROPA E' AGLI ORDINI DELLA MERKEL, ESEGUE TUTTO QUELLO CHE IL CANCELLIERE TEDESCO CHIEDE. QUESTA NON E' L'EUROPA, E' UNA SERVA DEL CAPITALISMO CHE STA MORENDO. GERMANIA, FRANCIA E ITALIA SI SONO ACCORDATE PER DIRIGERE COSA? LA FINE DEI PIU' DEBOLI? LA NOSTRA FINE? MI MERAVIGLIO MOLTO DELL'ITALIA, NON E' COSI' CHE MI ASPETTAVO CHE REAGISSE UN PAESE AMICO, EPPURE ANCHE LORO SI SONO ALLINEATI CON I FASCISTI. CHE POSA POSSIAMO DIRE DI PIU' SE NON CERCARE DI FARVI CAPIRE CHE NON SMETTEREMO DI PROTESTARE PERCHE' SIAMO DISPERATI, TUTTI. CHE SAREBBE MEGLIO USCIRE DALL'EUROPA, FARE IN MODO CHE ALLA MERKEL VENGA PAURA, PERCHE' SI STANNO CIBANDO DEL NOSTRO SANGUE PER COPRIRE I LORO BUCHI DI BILANCIO... MI VERGOGNO DI ESSERE EUROPEO A QUESTO PREZZO..." - la traduzione è mia, non sono riuscito a captare di più... -
Mentre la Grecia e' in fiamme, e' venuto il momento di protestare contro quel mostro pseudo-sovietico in versione europea che va sotto il nome di Fiscal Compact. Peggio non si poteva fare, tra i due estremi dell'integrazione politico- fiscale Ue e il commissariamento dei paesi con "tare di bilancio". Il tutto agevolato da solerti euro-spie piazzate ovunque nelle nostre vite, il cui solo effetto e' d'ingabbiare e soffocare gli "animal spirits" che muovono l'economia. Ecco perche' titoliamo "Europa, ovvero i maniaco- depressivi del controllo".
Attenzione pero' che se l'Europa va avanti cosi', in modo non democratico e burocratico, finisce che ci ribelliamo tutti e passiamo al Final Impact. Ed e' il motivo per cui Wall Street Italia ritiene di poter qui porre qualche legittima domanda al premier Mario Monti. (luca ciarrocca).
Quello che sta capitando nell’Unione Europea è il principio di un regime del controllo che ha di fatto esautorato i poteri politici delle nazioni aderenti, imponendo l’arbitrato della Commissione Europea e della Corte di Giustizia Europea, pronta a calare la scure sanzionando i "cattivi". Si chiama Fiscal Compact ed è il nuovo trattato sottoscritto dagli stati membri alla fine di gennaio, che sancisce norme ferree sulla stabilità di bilancio ed entrerà in vigore a gennaio 2013.
La stabilità dei bilanci dei paesi comunitari dev’essere garantita dal rapporto deficit/Pil al 60%. La misura dello sforo del deficit prossimo futuro è stabilita nello 0,50% in rapporto al PIL, mentre le nazioni meno virtuose dovranno rientrare del disavanzo oltre il 60% (stabilito vent’anni fa nel trattato di Maastricht) nel rapporto debito pubblico/PIL di un ventesimo all’anno.
Dalle parole ai fatti, coloro che non rispetteranno il patto saranno anche puniti con sanzioni pecuniare che andranno ad incrementare il fondo "Salva Stati". Alla Commissione Europea il compito di effettuare costante monitoraggio del bilancio dello Stato e di stabilire osservazioni e indicazioni utili al rientro dei paramentri. In caso di inosservanza una o più "parti contraenti" (cioè gli altri stati comunitari) possono richiedere il deferimento del Paese non in regola alla Corte di Giustizia Europea, che emette verdetto con sanzione. L’accordo è vincolato alla ratifica degli stati membri "possibilmente" all’interno della Costituzione e altrimenti con leggi ad hoc equiparabili.
I debiti si pagano e il senso di un’unione, qualunque essa sia, impone responsabilità collettive e reciproche.
Tuttavia, visto che la firma del governo Monti su questo accordo ipoteca il nostro futuro e quello dei nostri figli per il prossimo ventennio, riteniamo giusto che Wall Street Italia sottoponga a chi ha il dovere e il potere di rispondere, una serie di domande:
- com’è possibile che in vent’anni l’Italia e chi l’ha governata (destra e sinistra) non sia mai riuscita a rientrare nei parametri richiesti dal trattato di Maastricht siglato nel 1992? Possiamo chiedere da cittadini contribuenti che chi ha governato negli ultimi vent’anni si prenda la responsabilità di rendicontarci visto che sono anni che paghiamo balzelli proprio per ristabilire gli equilibri del debito?
E come mai l’Europa ci ha consentito l’ingresso alla moneta unica anche se i nostri bilanci non rispettavano i parametri stabiliti? Quali sono le convenienze europee che in dieci anni sono venute meno?
- La Comunità Europea, alla luce di questo nuovo accordo, si deve intendere un’unione di stati che va verso l’integrazione politica e fiscale oppure la dobbiamo intendere come una sorta di ispettorato di controllo, che di fatto esautora il diritto di voto del popolo?
Qualunque partito o coalizione governerà in futuro in Italia è sin d’ora obbligato a rispettare l’accordo appena siglato; sia chiaro che, quando gli spazi economici sono così ristretti, qualsiasi divagazione propagandistica ai fini elettorali è aria fritta. E’ bene sapere che siamo schiavi del nostro debito.
- Il nostro eccesso di debito equivale al 60% (il rapporto è circa 120% debito/PIL il valore di equilibrio è il 60%), per cui il rientro di un ventesimo all’anno comporta che dal gettito fiscale bisognerà prelevare il 3% all’anno nei prossimi vent’anni per rientrare del maggior debito contratto, ovvero circa 60 miliardi di euro all’anno.
Mediamente una manovra finanziaria ante-disastro economico si aggirava al massimo attorno ai venti miliardi. L’attuale pressione fiscale italiana è ai massimi in Europa. Gli attuali redditi sono fermi, insufficienti a coprire le spese, i consumi arretrano, il commercio langue, l’industria è ostaggio del debito bancario e di un’assenza totale di progetto di crescita, pare che il problema più grosso per lo sviluppo sia la rottamazione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori.
Il PIL è negativo, quindi genera meno entrate erariali e quando invece era positivo ci siamo indebitati per sostenere i costi della spesa pubblica. Possiamo domandare legittimamente al presidente del Consiglio Mario Monti o ai suoi ministri tecnici con che risorse faremo quadrare nei prossimi vent’anni i conti imposti dal trattato appena firmato? Dobbiamo ancora fare altri sacrifici?
In proposito bisogna ricordare che:
a) la corruzione in Italia vale 60 miliardi l’anno, esattamente quello che ci serve per ripagare annualmente la rata del maggior debito di Stato (l’ha affermato il Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino in audizione alla Camera a dicembre). Siamo passati dal 63esimo al 69esimo posto in classifica dell’indice di percezione della corruzione mondiale e questo ci fa perdere il 16% degli investimenti esteri per punto. La legge anti-corruzione emanata dal Governo Berlusconi è ferma al Senato.
b) Il fatturato delle attività criminali e mafiose vale 150 miliardi l’anno, il 10% del PIL, con utile cash pari a 70 miliardi all’anno.
c) Gli sprechi:
1 – 630 mila auto blu pari a 21 miliardi di valore. 2 – evasione fiscale: imponibile circa 300 miliardi annui, che ad aliquota 23% portano ad un mancato gettito di 46 miliardi anno. 3 - Sanità: approvvigionamento medicinali e strumentazione 20 miliardi l’anno: forse si potrebbe razionalizzare le scorte di sicurezza che poi scadono e si buttano.
4 - La Chiesa, tra ICI non pagata, trasferimenti 8 x mille e provvidenze varie costa 6 miliardi all’anno. Pur volendone considerare il valore morale, istituzionale e culturale, bisogna tagliare.
d) le istituzioni politiche, stato ed enti locali, costano complessivamente 18 miliardi all’anno e sono troppi, in tempi di vacche magre i sacrifici sono per tutti e non si può più garantire privilegi a nessuno.
CONCLUSIONE: agendo opportunamente sui punti precedenti si ricupera quello che serve a pagare il debito in esubero, si può pensare di alleggerire il carico fiscale ai cittadini, dilatando redditi e consumi, si favorisce l’impresa, senza far nulla di speciale, solo quel necessario che serve a ristabilire un’equità sociale desueta, che ci ha portati tutti a credere che il diritto sia diventato un privilegio.
- Il Fiscal Compact impone il recepimento delle norme di bilancio in seno alla legislazione del Paese, preferendo "possibilmente" che questo avvenga addirittura all’interno della Costituzione. Siccome l’accordo siglato entra in vigore da gennaio 2013, è presumibile che il suo inserimento nel quadro normativo italiano sia effettuato con Monti a Palazzo Chigi. Ci farà sapere questo governo se modificherà la Costituzione italiana o creerà una legge ad hoc? E’ legittimo il dubbio che un governo di emergenza non eletto dai cittadini possa modificare la nostra Costituzione? Possiamo saperne di più su come intende muoversi il governo Monti sul Fiscal Compact?
Se il Prof. Monti avesse la compiacenze di rispondere a queste domande poste in parallelo qui su Wall Street Italia e sul sito del Partito Indipendente sarebbe cosa buona e giusta. Purtroppo in Italia le risposte non arrivano se le domande non le pongono i partiti che siedono gia' in Parlamento. E i partiti politici esistenti in Italia hanno abdicato da un pezzo alla loro responsabilità sociale, infatti curano solo interessi specifici di affari e prebende, tutt'al piu' quelli del loro presunto serbatoio voti e quasi mai quelli riferiti al bene comune della nazione. L’opportunità di colmare il vuoto di oggi è grande, bisogna saperla sfruttare bene perché può cambiare le nostre sorti e quelle del nostro amato Paese.
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