domenica 12 febbraio 2012

la Grecia e' in fiamme e il Fiscal Compact.

INTERVENTO DI Fotis Kouvelis, LEADER DELLA SINISTRA DEMOCRATICA
POCO FA IN PARLAMENTO DOVE E' IN CORSO UNA SEDUTA FIUME:
"... E NOI PERCHE' DOVREMMO ACCETTARE GLI ORDINI DI UNA
EUROPA CHE E' DIVENTATA SOLO UNA PADRONA FASCISTA?
L'EUROPA E' AGLI ORDINI DELLA MERKEL, ESEGUE TUTTO QUELLO
CHE IL CANCELLIERE TEDESCO CHIEDE.
QUESTA NON E' L'EUROPA, E' UNA SERVA DEL CAPITALISMO CHE
STA MORENDO. GERMANIA, FRANCIA E ITALIA SI SONO ACCORDATE
PER DIRIGERE COSA? LA FINE DEI PIU' DEBOLI?
LA NOSTRA FINE?
MI MERAVIGLIO MOLTO DELL'ITALIA, NON E' COSI' CHE MI
ASPETTAVO CHE REAGISSE UN PAESE AMICO, EPPURE ANCHE
LORO SI SONO ALLINEATI CON I FASCISTI.
CHE POSA POSSIAMO DIRE DI PIU' SE NON CERCARE DI FARVI
CAPIRE CHE NON SMETTEREMO DI PROTESTARE PERCHE' SIAMO
DISPERATI, TUTTI.
CHE SAREBBE MEGLIO USCIRE DALL'EUROPA, FARE IN MODO CHE
ALLA MERKEL VENGA PAURA, PERCHE' SI STANNO CIBANDO DEL
NOSTRO SANGUE PER COPRIRE I LORO BUCHI DI BILANCIO...
MI VERGOGNO DI ESSERE EUROPEO A QUESTO PREZZO..."
- la traduzione è mia, non sono riuscito a captare di più... -





Mentre la Grecia e' in
fiamme, e' venuto il momento di protestare contro quel
mostro pseudo-sovietico in versione europea che va
sotto il nome di Fiscal Compact. Peggio non si poteva
fare, tra i due estremi dell'integrazione politico-
fiscale Ue e il commissariamento dei paesi con "tare
di bilancio".
Il tutto agevolato da solerti euro-spie piazzate ovunque
nelle nostre vite, il cui solo effetto e' d'ingabbiare
e soffocare gli "animal spirits" che muovono l'economia.
Ecco perche' titoliamo "Europa, ovvero i maniaco-
depressivi del controllo".

Attenzione pero' che se l'Europa va avanti cosi', in modo
non democratico e burocratico, finisce che ci ribelliamo
tutti e passiamo al Final Impact. Ed e' il motivo per cui
Wall Street Italia ritiene di poter qui porre qualche
legittima domanda al premier Mario Monti. (luca ciarrocca).

Quello che sta capitando nell’Unione Europea è il principio
di un regime del controllo che ha di fatto esautorato i
poteri politici delle nazioni aderenti, imponendo l’arbitrato
della Commissione Europea e della Corte di Giustizia Europea,
pronta a calare la scure sanzionando i "cattivi".
Si chiama Fiscal Compact ed è il nuovo trattato sottoscritto
dagli stati membri alla fine di gennaio, che sancisce norme
ferree sulla stabilità di bilancio ed entrerà in vigore a
gennaio 2013.

La stabilità dei bilanci dei paesi comunitari dev’essere
garantita dal rapporto deficit/Pil al 60%. La misura dello
sforo del deficit prossimo futuro è stabilita nello 0,50%
in rapporto al PIL, mentre le nazioni meno virtuose dovranno
rientrare del disavanzo oltre il 60% (stabilito vent’anni
fa nel trattato di Maastricht) nel rapporto debito pubblico/PIL
di un ventesimo all’anno.

Dalle parole ai fatti, coloro che non rispetteranno il
patto saranno anche puniti con sanzioni pecuniare che
andranno ad incrementare il fondo "Salva Stati".
Alla Commissione Europea il compito di effettuare costante
monitoraggio del bilancio dello Stato e di stabilire
osservazioni e indicazioni utili al rientro dei paramentri.
In caso di inosservanza una o più "parti contraenti" (cioè
gli altri stati comunitari) possono richiedere il
deferimento del Paese non in regola alla Corte di Giustizia
Europea, che emette verdetto con sanzione. L’accordo è
vincolato alla ratifica degli stati membri "possibilmente"
all’interno della Costituzione e altrimenti con leggi ad
hoc equiparabili.



I debiti si pagano e il senso di un’unione, qualunque essa
sia, impone responsabilità collettive e reciproche.

Tuttavia, visto che la firma del governo Monti su questo
accordo ipoteca il nostro futuro e quello dei nostri figli
per il prossimo ventennio, riteniamo giusto che Wall Street
Italia sottoponga a chi ha il dovere e il potere di
rispondere, una serie di domande:

- com’è possibile che in vent’anni l’Italia e chi l’ha
governata (destra e sinistra) non sia mai riuscita a
rientrare nei parametri richiesti dal trattato di
Maastricht siglato nel 1992? Possiamo chiedere da
cittadini contribuenti che chi ha governato negli
ultimi vent’anni si prenda la responsabilità di
rendicontarci visto che sono anni che paghiamo balzelli
proprio per ristabilire gli equilibri del debito?

E come mai l’Europa ci ha consentito l’ingresso alla
moneta unica anche se i nostri bilanci non rispettavano
i parametri stabiliti?
Quali sono le convenienze europee che in dieci anni sono venute meno?

- La Comunità Europea, alla luce di questo nuovo accordo,
si deve intendere un’unione di stati che va verso
l’integrazione politica e fiscale oppure la dobbiamo
intendere come una sorta di ispettorato di controllo,
che di fatto esautora il diritto di voto del popolo?

Qualunque partito o coalizione governerà in futuro in
Italia è sin d’ora obbligato a rispettare l’accordo
appena siglato; sia chiaro che, quando gli spazi
economici sono così ristretti, qualsiasi divagazione
propagandistica ai fini elettorali è aria fritta.
E’ bene sapere che siamo schiavi del nostro debito.

- Il nostro eccesso di debito equivale al 60% (il
rapporto è circa 120% debito/PIL il valore di equilibrio
è il 60%), per cui il rientro di un ventesimo all’anno
comporta che dal gettito fiscale bisognerà prelevare
il 3% all’anno nei prossimi vent’anni per rientrare del
maggior debito contratto, ovvero circa 60 miliardi di
euro all’anno.

Mediamente una manovra finanziaria ante-disastro
economico si aggirava al massimo attorno ai venti
miliardi. L’attuale pressione fiscale italiana è ai
massimi in Europa. Gli attuali redditi sono fermi,
insufficienti a coprire le spese, i consumi arretrano,
il commercio langue, l’industria è ostaggio del debito
bancario e di un’assenza totale di progetto di crescita,
pare che il problema più grosso per lo sviluppo sia la
rottamazione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori.

Il PIL è negativo, quindi genera meno entrate erariali
e quando invece era positivo ci siamo indebitati per
sostenere i costi della spesa pubblica.
Possiamo domandare legittimamente al presidente del
Consiglio Mario Monti o ai suoi ministri tecnici con
che risorse faremo quadrare nei prossimi vent’anni i
conti imposti dal trattato appena firmato?
Dobbiamo ancora fare altri sacrifici?

In proposito bisogna ricordare che:

a) la corruzione in Italia vale 60 miliardi l’anno,
esattamente quello che ci serve per ripagare annualmente
la rata del maggior debito di Stato (l’ha affermato il
Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino in
audizione alla Camera a dicembre).
Siamo passati dal 63esimo al 69esimo posto in classifica
dell’indice di percezione della corruzione mondiale e
questo ci fa perdere il 16% degli investimenti esteri
per punto.
La legge anti-corruzione emanata dal Governo Berlusconi
è ferma al Senato.

b) Il fatturato delle attività criminali e mafiose vale
150 miliardi l’anno, il 10% del PIL, con utile cash pari
a 70 miliardi all’anno.

c) Gli sprechi:

1 – 630 mila auto blu pari a 21 miliardi di valore.
2 – evasione fiscale: imponibile circa 300 miliardi annui,
che ad aliquota 23% portano ad un mancato gettito di 46
miliardi anno.
3 - Sanità: approvvigionamento medicinali e strumentazione
20 miliardi l’anno: forse si potrebbe razionalizzare le
scorte di sicurezza che poi scadono e si buttano.

4 - La Chiesa, tra ICI non pagata, trasferimenti 8 x mille
e provvidenze varie costa 6 miliardi all’anno.
Pur volendone considerare il valore morale, istituzionale
e culturale, bisogna tagliare.

d) le istituzioni politiche, stato ed enti locali, costano
complessivamente 18 miliardi all’anno e sono troppi, in
tempi di vacche magre i sacrifici sono per tutti e non si
può più garantire privilegi a nessuno.

CONCLUSIONE: agendo opportunamente sui punti precedenti si
ricupera quello che serve a pagare il debito in esubero,
si può pensare di alleggerire il carico fiscale ai cittadini,
dilatando redditi e consumi, si favorisce l’impresa, senza
far nulla di speciale, solo quel necessario che serve a
ristabilire un’equità sociale desueta, che ci ha portati
tutti a credere che il diritto sia diventato un privilegio.

- Il Fiscal Compact impone il recepimento delle norme di
bilancio in seno alla legislazione del Paese, preferendo
"possibilmente" che questo avvenga addirittura all’interno
della Costituzione. Siccome l’accordo siglato entra in
vigore da gennaio 2013, è presumibile che il suo inserimento
nel quadro normativo italiano sia effettuato con Monti
a Palazzo Chigi.
Ci farà sapere questo governo se modificherà la Costituzione
italiana o creerà una legge ad hoc?
E’ legittimo il dubbio che un governo di emergenza non eletto
dai cittadini possa modificare la nostra Costituzione?
Possiamo saperne di più su come intende muoversi il governo
Monti sul Fiscal Compact?

Se il Prof. Monti avesse la compiacenze di rispondere a queste
domande poste in parallelo qui su Wall Street Italia e sul
sito del Partito Indipendente sarebbe cosa buona e giusta.
Purtroppo in Italia le risposte non arrivano se le domande
non le pongono i partiti che siedono gia' in Parlamento.
E i partiti politici esistenti in Italia hanno abdicato
da un pezzo alla loro responsabilità sociale, infatti curano
solo interessi specifici di affari e prebende, tutt'al piu'
quelli del loro presunto serbatoio voti e quasi mai quelli
riferiti al bene comune della nazione.
L’opportunità di colmare il vuoto di oggi è grande, bisogna
saperla sfruttare bene perché può cambiare le nostre sorti
e quelle del nostro amato Paese.

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