lunedì 30 novembre 2009

L’eredità di Luigi Einaudi

La nascita dell’Italia repubblicana e la costruzione dell’Europa”.


Un grande Presidente ed un grande liberale.L uomo delle Prediche inutili, del conoscere per deliberare e del Non sorge a Mosca il sole dell’avvenire.

la figura di Luigi Einaudi: economista liberale, professore all’Università
Bocconi di Milano e all’Università di Torino,viticoltore nel suo podere a
Dogliani, raffinato collezionista di libri rari, giornalista de “La Stampa”, “Corriere della Sera”“The Economist”, direttore di riviste
scientifiche come la “Riforma Sociale” e la “Rivista di storia economica”,
Governatore della Banca d’Italia dal 1945 al 1948 Presidente della Repubblica dal 1948 al 1955.memoria storica dell’Italia.Progettò la stabilizzazione della lira;
Garantì la ripresa della vita democratica dell’Italia repubblicana.
La prima guerra mondiale, gli anni oscuri del fascismo e della guerra,le proposte per l’Europa, la Consulta e la Costituente,le nuove istituzioni democratiche, la ricostruzione economica la Banca d’Italia e il Bilancio, la Presidenza della Repubblica.
La sua iniziale simpatia per il movimento operaio, la direzione della rivista “Riforma Sociale”, la sua carriera di giornalista Corrispondente per l’Italia.la Grande Guerra, il fascismo (1914-1926)lo scoppio della prima guerra mondiale.
Senatore del Regno (1919) Direttore dell’Istituto di Economia Politica alla Bocconi di Milano (1920),il Fascismo. Ben presto deluso, il 1° maggio del 1925 firma il Manifesto degli intellettuali antifascisti redatto da Benedetto Croce.
Il 28 novembre del 1925 sidimette dal “Corriere della Sera”, nel 1926 viene estromesso, per ragioni politiche, dall’insegnamento all’Università “Bocconi”
e al Politecnico di Torino. Esilio svizzero (1926-1944)perseguitato dal regime fascista, partecipa poco alla vita politica e suo malgrado a quella universitaria, conservando solo la cattedrapresso l’Università di Torino.Tutti e tre i suoi figli hanno problemi col regime.Scrive sui grandi economisti nazionali e internazionali.
Nel 1943 è costretto alla fuga attraverso le Alpi per arrivare in Svizzera, dove vivrà in esilio per circa un anno.

Einaudi, già nel 1897, a soli ventitre anni, aveva intuito la necessità di dar vita agli “Stati Uniti d’Europa”.ed è annoverato tra i maestri del pensiero federalista
del Novecento.
Scrisse pagine fondamentali su temi quali la distinzione tra federazione e confederazione, sulla crisi dello Stato sovrano, l’origine della guerra, l’organizzazione dello Stato federale, la necessità della Federazione europea.
Einaudi immagina una Unione europea di natura federale, aperta ad ulteriori sviluppi e operante in tendenziale regime di libero scambio, in una economia che, con un
termine ora in uso, possiamo definire dimercati globali.
Quando Einaudi si insedia nella Banca d’Italia come Governatore, agli inizi del 1945, l’Italia è ancora tagliata in due: fra le province liberate del Sud e quelle del Nord, sotto l’occupazione nazista.
Il ripristino della sovranità monetaria, la ricostruzione economica del Paese, la stabilizzazione della lira e il reinserimento dell’economia italiana nel nuovo contesto mondiale: furono,queste, le grandi questioni che Einaudi dovette affrontare alla guida della Banca d’Italia e, nel 1947, quale Vicepresidente del Consiglio e Ministro del Bilancio nelquarto Governo De Gasperi.
La Presidenza della Repubblica 1948 - 1955″:Einaudi rappresenta l’unità del paese,risorto dalla guerra, Nel 1961″, Einaudi ritornò a curare i suoi vigneti
e la sua grande biblioteca, arrivata nel tempo a 70.000 volumi.

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